Èil quinto festival che affronta, ma quest’anno l’Ariston per Malika Ayane ha un sapore diverso: «Sono davvero felice che la musica riparta e che ci siamo uniti per proporre un po’ di leggerezza al pubblico», ci racconta in una pausa delle prove. Una ripartenza ricca di consapevolezza, rivela la cantante.
Malika del resto significa “regina”, un nome e un destino per una delle voci più originali e raffinate del nostro panorama musicale. Nata a Milano da mamma italiana e papà marocchino, ha esordito da bambina, nel coro delle voci bianche alla Scala.
Aveva 11 anni. «Mia madre era contenta perché almeno sapeva dove trascorrevo i pomeriggi », ha raccontato lei con modestia. La storia dei suoi genitori sembra una favola: la mamma parte per il Marocco a 17 anni e lì s’innamora dello scultore Ahmed Ayane.
Si sposano, nasce la sorella maggiore della cantante. Poi la coppia decide di traferirsi a Milano, dov’è nata Malika. «Non fu affatto facile per loro ricominciare daccapo», dice la cantante. «Ma i miei ricordi d’infanzia sono straordinari. Partivamo in macchina, stracarichi e pronti a percorrere 2.500 chilometri, fino a Marrakech. Sono state esperienze formative, che mi hanno insegnato che essere anomali è una fortuna».
Malika ha debuttato a Sanremo nel 2009 con l’indimenticabile Come foglie. La sua ultima volta sul palco dell’Ariston è del 2015: sembra passata un’eternità. «Sarà un Sanremo diverso, non per questo meno bello, ne sono sicura.
Mi riempe di gioia poter portare un po’ di allegria nelle case». Oggi che sale sul palco dell’Ariston per la quinta volta si definisce, finalmente, una donna consapevole. È proprio dedicata a quest’idea la canzone che porta in gara, intitolata Ti piaci così, scritta e composta con Pacifico, Rocco Rampino e Alessandra Flora. «Significa scoprirsi risolti e avere voglia di vivere con gusto», spiega
. «Arriva un momento in cui comprendi che giudicarsi severamente non ha senso. Forse è una canzone sull’auto-amore o sulla lucidità. Questo brano può essere considerato un invito a ballare scalzi, cantare a squarciagola o scegliere di cambiare strada per scoprire qualcosa di nuovo.
Un invito a celebrare se stessi per il solo fatto di essere al mondo». Non deve essere semplice prepararsi a un Sanremo blindato. «Sono sempre arrivata al festival serena e quest’anno è lo stesso proprio per la gioia che provo nel poter ricominciare». E poi stempera con l’ironia. «La prima cosa che metto in valigia sono gli slip, quelle color carne per i vestiti di scena, perché sistematicamente si arriva in Riviera, ci si accorge che non ci sono e bisogna mandare un povero malcapitato a comprarle.
Dal punto di vista emotivo, possiamo dire che quella degli slip è una metafora dell’esistenza: li diamo per scontati, ma sono alla base della serenità». Malika tiene in forma il corpo e la mente con lo sport e la meditazione: allenarsi è fondamentale anche per potersi poi godere un buon pasto senza sensi di colpa. «Nei momenti di panico mangiare, anche qualche schifezza, aiuta a calmarsi», dichiara sorridendo. «Comunque mi sto allenando da diversi mesi, fisicamente e vocalmente: mi dedico quotidianamente allo yoga e nei giorni di Sanremo, nei frammenti di tempo libero, sicuramente mi consacrerò alla meditazione per arrivare pronta sul palco».
Ha le sue tecniche per sconfiggere la tensione? «Prima di entrare in scena cammino sempre tantissimo, faccio su e giù dietro le quinte per stemperare la tensione. Poi penso a esercitare la voce al mattino, alla sera mi rilasso con un mini bicchiere di vino. Per il Covid innanzitutto penso a proteggermi e a tutelare gli altri, la mia squadra affiatata, con tutte le misure necessarie, mascherine e distanze. Adottare queste precauzioni mi fa stare tranquilla, sono molto scrupolosa. Alle prove a Sanremo ho percepito un’attenzione spasmodica alla tutela della salute. Mi sento protetta, per quanto sia possibile».